SRL unipersonale o ditta individuale: convenienze e svantaggi dei due metodi di “fare impresa”

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La forma giuridica da assegnare alla propria attività è una delle prime scelte che un neo-imprenditore, ma, come si vedrà nel prosieguo, anche un imprenditore già avviato, deve affrontare. Nel caso di conduzione e svolgimento dell’impresa da parte di una singola persona, la c.d. ditta individuale può sembrare un sentiero necessario, obbligato dall’assenza di altri con cui condividere l’attività. In verità, il nostro ordinamento mette a disposizione la forma societaria anche ove sia un singolo individuo a parteciparvi: in questo caso si parla di società unipersonali e, in particolare, per quanto riguarda l’argomento di questo articolo, di SRL unipersonali. La scelta tra l’una o l’altra forma giuridica deve essere accuratamente ponderata, alla luce dei vari pro e contro che ciascuna di esse comporta.

Costituzione

La costituzione di una ditta individuale richiede meno burocrazia, e pertanto meno costi, rispetto alla fondazione di una società a responsabilità limitata, ancorché unipersonale. Sono infatti necessari, oltre alla partita iva dell’imprenditore, l’iscrizione al Registro delle Imprese (sezione ordinaria nel caso di imprenditore commerciale; sezione speciale nel caso di piccolo imprenditore), alcuni adempimenti INPS ai fini previdenziali e INAIL a fini assicurativi (ove necessario) ed eventualmente la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). Tali documenti vengono presentati per via telematica al Registro delle Imprese competente mediante la c.d. COMUNICA, redatta in autonomia o tramite l’aiuto di un intermediario. Non è richiesto l’intervento di un notaio. Il costo totale è di poche centinaia di euro.

Al contrario, nel caso di costituzione di una SRL, l’art. 2463 c.c. richiede la predisposizione di un atto pubblico, contenente, tra le altre informazioni, tutte «le norme relative al funzionamento della società». Questi documenti vengono redatti da un notaio, il quale si occuperà anche di depositarli presso il Registro delle Imprese. Tale deposito ha efficacia costitutiva, ossia conferisce personalità giuridica alla società. In questo caso, oltre ai costi di predisposizione dell’atto notarile, ossia dello statuto, vi sono l’imposta di registro, la tassa per la vidimazione dei libri sociali. In genere, il costo totale arriva a circa 2.000 euro. In aggiunta, è necessario conferire il capitale sociale stabilito nello statuto, solitamente 10 mila euro.

Responsabilità, contabilità e tassazione

A fronte di un maggior costo di costituzione, è indubbio che una SRL unipersonale presenti, fin dalla sua nascita, alcuni vantaggi non trascurabili rispetto a una ditta individuale. Innanzitutto una SRL, sia essa unipersonale o con pluralità di soci, poiché possiede personalità giuridica propria, permette una netta separazione tra il patrimonio sociale, destinato cioè all’esercizio dell’attività, e il patrimonio dei soci-imprenditori. Da ciò discende che dei debiti legati all’attività imprenditoriale risponde esclusivamente la società: il patrimonio personale del socio non è aggredibile dai debitori sociali, ferme restando le sue eventuali responsabilità civili e penali. Occorre anche segnalare, però, che essendo la SRL un soggetto con personalità giuridica propria ed una tassazione autonoma non permette al socio di prevelare liberamente gli utili conseguiti dalla attività; mentre in una ditta individuale essendo il titolare tassato per trasparenzaquesto limite non è previsto. Si può affermante che nel caso di SRL gli utili siano indisponibili fino al momento dell’eventuale distribuzione.

Durante la vita dell’impresa, una SRL richiede maggiori risorse in merito all’adempimento degli obblighi fiscali e contabili, infatti mentre la ditta individuale al di sotto di un determinato volume d’affari può adottare un tipo di contabilità semplificata, la SRL deve obbligatoriamente adottare un tipo di contabilità ordinaria. A fronte di ciò, in genere si registrano maggiori costi di gestione. D’altra parte, una SRL ha la possibilità di presentarsi al mercato ed ad eventuali investitori o finanziatori con una credibilità e una solidità decisamente più elevate rispetto a una ditta individuale.

È soprattutto dal punto di vista della tassazione che emergono le fondamentali differenze tra una ditta individuale e una SRL unipersonale.

Nel primo caso, gli utili confluiscono tra i redditi dell’imprenditore, e pertanto saranno soggetti alla medesima tassazione marginale. Ll’imprenditore sarà quindi tassato sugli utili della ditta tramite gli scaglioni IRPEF, con conseguente aumento dell’imposta all’aumentare dell’utile. Volendo esemplificare, ipotizzando un reddito imponibile lordo di 150 mila euro, occorrerà dapprima sottrarre i contributi INPS versati nell’anno precedente, che in ipotesi di costanza di utli sarebbero circa 25.000 euro giungendo a 125.000 euro, e in seguito calcolare il 3,9% (aliquota ordinaria) di IRAP, per quindi circa 5.800 euro, e l’IRPEF. Supponendo di avere esclusivamente tale reddito, l’IRPEF e le relative addizionali risulteranno di circa 50.000 euro. Il risultato finale sarà quindi pari ad un utile al netto di imposte e contributi pari a 69.200 euro.

Nel secondo caso, invece, le imposte saranno pagate direttamente in capo alla SRL e in eventuale sede di distribuzione degli utili. Al posto dell’IRPEF, in ambito societario è presente l’IRES, con aliquota fissa del 24%. L’utile della società dopo le imposte, ossia quella parte di utile che potrà essere distribuita ai soci, ipotizzando di riprendere l’esempio precedente, sarà pari a 108.200 euro (l’IRES risulta pari a 36.000 euro). Nel caso di distribuzione di tale utile la società applicherà una ritenuta a titola di imposta al 26%. Il socio, dovrà invece versare, la medediam contribuzione INPS vista sopra e quindi pari a circa 25.000 euro, che diventeranno oneri deducibili nella dichiarazione del socio persona fisica.

In definitiva, dal punto di vista prettamente fiscale, la convenienza di una SRL rispetto a una ditta individuale aumenta all’aumentare del reddito netto e all’aumentare degli utili, non distribuiti e mantenuti nella società a fini di investimento o, per una futura distribuzione.

Particolarità

Occorre evidenziare la presenza di due casi particolari di rilievo: uno con riguardo alla ditta individuale e l’altro in merito alla SRL unipersonale.

Nel caso di ditta individuale con ricavi inferiori a 65.000 euro annui, è possibile, se non sono presenti cause di esclusione, accedere al regime forfetario. In questa situazione, la tassazione risulta decisamente agevolata, infatti prevista un’unica imposta, calcolata applicando l’aliquota del 15%, o del 5% ( per i primi 5 anni di attività), su una base imponibile determinata forfetariamente applicando un coefficiente di redditività differente a seconda del tipo di attività svolta.

Riguardo alla SRL, al fine di abbattere i costi di costituzione, è possibile optare per una SRL semplificata, con capitale sociale inferiore ai 10 mila euro. In questo caso, le spese di costituzione saranno notevolmnente inferiori, tuttavia, occorrerà accettare uno statuto standard, non modificabile.

Passaggio da ditta individuale a SRL unipersonale

Il nostro ordinamento non consente la trasformazione di una ditta individuale a una SRL con le stesse modalità con cui avviene, ad esempio, il mutamento di forma giuridica (esempio da Snc a Srl). Al fine di effettuare il passaggio da ditta individuale a SRL, è necessario attuare un conferimento.

L’iter prevede la valutazione dell’azienda da parte di un perito, tramite perizia giurata, al fine di assegnare un valore alla ditta oggetto di conferimento, e contestualmente la costituzione di una SRL che ingloberà nel suo capitale sociale le attività e le passività della ditta individuale. In particolare, l’esame dell’esperto ha l’importante finalità di evitare che il valore assegnato al conferimento sia superiore a quello effettivo della ditta, con una conseguente sopravvalutazione del capitale sociale della Srl. Al termine dell’assegnazione di tutti i beni e diritti della ditta individuale alla SRL, l’imprenditore diviene socio della nuova società. Nel caso di soggetti residenti nello Stato italiano, a norma dell’art. 176 del TUIR, il conferimento è fiscalmente neutro, non dando origine a plusvalenze o minusvalenze.

Conclusioni

In conclusione, volendo stilare una lista sintetica delle convenienze e degli svantaggi di una SRL unipersonale rispetto a una ditta individuale, si potrebbe indicare:

Pro:

  • il patrimonio dell’imprenditore è separato da quello dell’attività;

  • maggiore credibilità verso investitori e mercato;

  • nel caso di redditi elevati, vantaggi fiscali ove si decida di mantenere, almeno temporaneamente, gli utili nella società.

Contro:

  • maggiore complessità e maggiori costi di costituzione;

  • maggiori costi di gestione;

  • impossibilità per l’imprenditore di usufruire liberamente durante l’esercizio degli utili conseguiti dalla attività

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